• Mare e Sardegna con David Herbert Lawrence

  • By: Giuseppe Cocco
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Mare e Sardegna con David Herbert Lawrence

By: Giuseppe Cocco
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  • INDICE PODCAST Capitoli

    Fino a Palermo - Il mare - Cagliari - Mandas - Verso Sorgono - Verso Nuoro - Verso Terranova e il vapore - Il ritorno

    Mare e Sardegna è un libro di viaggio dello scrittore inglese D.H. Lawrence effettuato nel gennaio del 1921. (interessante il fatto che io abbia scelto, quasi inconsciamente, tra due diari di viaggio dedicati alla Sardegna che ho sul tavolo, di iniziare da questo che risale a 100 anni fa esatti, che permette una comparazione con passato recente)

    Descrive il viaggio intrapreso nel Gennaio 1921 da Lawrence e Frieda, la moglie chiamata anche Queen Bee (Ape Regina), da Taormina in Sicilia verso Cagliari e poi nell'interno della Sardegna.

    Una Sardegna magica ed inconsueta, carica di mistero e di ombre quasi orientali, quella descritta dallo scrittore.

    Nonostante la brevità della sua visita, Lawrence distilla una sua particolare essenza dell'isola e della sua gente, oggi ancora riconoscibile.

    Originariamente pubblicato a puntate in The Dial nei mesi di ottobre e novembre 1921, è stato poi edito in volume lo stesso anno a New York da Thomas Seltzer, con illustrazioni di Jan Juta.

    Tra le opere che i viaggiatori stranieri hanno dedicato alla Sardegna, questa è una delle più affascinanti e poetiche.

    All rights reserved.
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Episodes
  • Capitolo 8 - Il Ritorno
    Oct 9 2021

    ITINERARIO E LUOGHI del Capitolo

    Sardegna: Terranova-Pausania (Olbia)

    Lazio: Civitavecchia - Roma - Tivoli - Colli Albani - Cassino

    Campania: Capua - Caserta - Napoli - Capri

    Sicilia: Palermo

    SINOSSI

    Altre 28 pagine di diario per l’ultimo tratto del viaggio.

    Siamo sulla nave partita da Olbia la sera prima, dopo le 9 ore e mezza di viaggio, ormai in avvicinamento al porto di Civitavecchia, la mattina al risveglio, Lawrence fa l’appello, raccontando il risveglio dei viaggiatori citati alla partenza: dagli uomini alle bestie.

    Sale quindi sul treno e mentre fuori scorre la Maremma, fa delle considerazioni analitiche: «in un'ora si cambia la propria psiche. L'essere umano è una creatura stranissima. Pensai di avere solo un'anima, e in realtà ne ha a dozzine. Sentii la mia forte anima sarda dissolversi in me, mi sentii svanire nella vera incertezza e transitorietà italiana.»

    Nonostante la metamorfosi il passaggio non è scevro da pensieri legati all’esperienza sarda: «ci troviamo a serpeggiare per gli strani, lunghi avvallamenti della Campagna romana. Lì i pastori badavano alle pecore: le merino dal piede sottile. In Sardegna le merino erano molto bianche e brillanti (...) Ma queste della Campagna non erano più bianche, ma sporche.»

    Arrivati a Roma per prendere il treno per Napoli non si lascia sfuggire ancora una considerazione sulla capitale al volo: «Roma si sente come sempre: festaiola e niente affatto incline a curarsi di qualche cosa.»

    Poi un incontro fugace con due amici inglesi preavvertiti tramite telegramma, ricordate la visita all’ufficio postale al porto di Olbia, con i quali, sotto al treno, si scambiano esperienze di viaggi dall’Africa al Giappone e si danno appuntamento in Sicilia per la fioritura dei mandorli.

    Poi partono col treno che scorre lungo paesaggi e territori nei quali molti sono i luoghi dei quali Lawrence ha bei ricordi e nei quali vorrebbe tornare: Tivoli prima e Montecassino con la sua Abbazia dove sarebbe tentato di andare a “visitare l’altro amico, il monaco che sa così tanto del mondo, vivendone fuori”.

    Incontri e scontri verbali lungo il viaggio che li porta a Napoli, e quando arrivati, una camminata trafelata per raggiungere il porto con un certo timore; poi una divertente scenetta all’italiana, con l’altrettanto divertente quanto oggettivamente realistico racconto del metodo da usare per arrivare ad ottenere il biglietto per la nave cercando al contempo di non farsi derubare.

    Poi si sale sulla nave che porterà i nostri due coniugi viaggiatori da Napoli a Palermo; il solito breve giro d’orizzonte per inquadrare l’ambientazione delle scene dei vari personaggi presenti a bordo.

    Sbotta indispettito con coloro i quali continuano a dire che gli inglesi sono fortunati a vivere in Italia, con un popolo che si sente buono e che invece non fa altro che criticare e giudicare, sempre attaccato al denaro.

    E quasi a sottolineare lo spirito col quale Lawrence viaggia e ha viaggiato alla scoperta della vita come fosse un teatro, la narrazione finisce con uno spettacolo di Pupi Siciliani a Palermo, e si conclude con una frase simbolica: «Ma è finito. Tutto è finito. Il teatro si svuota in un attimo. ... Li ho amati veramente tutti nel teatro: il sangue meridionale, generoso, ardente, così sottile e spontaneo, che chiede il contatto fisico, non la comunione mentale o la simpatia dello spirito. Mi dispiaceva lasciarli.»

    La narrazione di Lawrence, talvolta fa pensare che gli manchi solo una macchina fotografica per poter fissare le immagini che gli scorrono davanti.

    Ama le scene di massa ma anche personaggi singoli e coppie, che descrive come sceneggiature di pièce teatrali.

    E ai suoi personaggi e interpreti del quotidiano ama sempre dare un soprannome non conoscendone il nome di battesimo, né si sforza di conoscerlo.

    La sua scrittura è evocativa, sinestetica, ricchissima di particolari e sensazioni, racconta ogni sensazione e atmosfera, considerazioni, divertenti scenette, ambienti, luoghi, paesaggi, passo passo, momento per momento, con precisione ogni personaggio, suono e rumore, inquadra e rende reale ogni ambiente.

    Audio Lettura di tutto il capitolo pagine 205 a 233

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    1 hr and 30 mins
  • Capitolo 7 - Verso Terranova e il Vapore
    Oct 3 2021

    ITINERARIO E LUOGHI del Capitolo

    Sardegna: Nuoro - Orosei - Siniscola - Terranova-Pausania (Olbia)

    SINOSSI

    Siamo ancora a Nuoro, in un mattino era molto limpido e azzurro di lunedì; a colazione in un breve dialogo con la proprietaria dell’albergo, Lawrence conviene che Nuoro era un posto piacevole, simpatico, molto simpatico; ma allora perché una visita così breve, arrivati la domenica già era fissata la partenza, ma con la promessa e l’impegno di tornare in estate per godersela di più.

    Ma prima un giro nella città che ancora è riluttante a riprendere il lavoro dopo la domenica.

    E durante la passeggiata fa una serie di considerazioni iconoclaste che rivelano il suo interesse per l’umanità e lo contrappone al suo collega francese Stendhal che nel suo Grand Tour del 1917, solo 4 anni prima, ebbe la sua “sindrome” di malessere di fronte alle opere d'arte ed architettoniche di notevole bellezza.

    Queste le sue incredibili parole:

    «Non c'è niente da vedere a Nuoro: il che, a dire la verità, è sempre un sollievo. Luoghi di interesse turistico sono sempre una gran noia.

    Grazie al cielo non c'è neanche un po' di Perugino o di Pisano in questo posto ...

    Felice è la città che non ha niente da mostrare.

    Quanta esibizione e affettazione si risparmia!

    La vita allora è vita, non roba da museo.

    Si poteva così gironzolare per la strada ...

    La vita è vita e le cose sono cose.

    Sono stufo di guardare a bocca aperta le cose, anche se sono dei Perugino.

    ... Non me ne importerebbe nulla se Attila venisse e demolisci ogni opera d'arte in Europa.

    ... La bellezza come sappiamo è un macigno intorno al nostro collo, e sono soffocato del tutto.»

    Poi si parte con altre 35 pagine di diario per l’ultimo percorso di 140 km in Sardegna, diretti verso la costa, Orosei, Siniscola e fino a Terranova (l’odierna Olbia) per imbarcarsi sulla via del ritorno.

    Continuiamo a viaggiare assieme a Lawrence e alla moglie Frieda, l’ape regina come la chiama lo scrittore.

    Viaggio interminabile in corriera, tanti incontri, tappe per pasti in trattorie e locande più o meno accoglienti e spesso sporche.

    Molto da vedere dai finestrini, prima tra le colline e poi giù giù scivolando verso il mare.

    Ormai esausti, pochi chilometri prima della tanto sospirata Terranova, la vista sull’isola di Tavolara, poi, arrivati, la fuga per sottrarsi alla sarda cortesia assillante e cercare di fare da soli per imbarcarsi.

    Ancora racconti di gente anche saliti a bordo, osservando l’arrivo e la salita dei passeggeri fino al racconto minuzioso della levata delle ancore e dell’allontanamento dal porto.

    La narrazione di Lawrence, talvolta fa pensare che gli manchi solo una macchina fotografica per poter fissare le immagini che gli scorrono davanti.

    Ama le scene di massa ma anche personaggi singoli e coppie, che descrive come sceneggiature di pièce teatrali.

    E ai suoi personaggi e interpreti del quotidiano ama sempre dare un soprannome non conoscendone il nome di battesimo, né si sforza di conoscerlo.

    La sua scrittura è evocativa, sinestetica, ricchissima di particolari e sensazioni, racconta ogni sensazione e atmosfera, considerazioni, divertenti scenette, ambienti, luoghi, paesaggi, passo passo, momento per momento, con precisione ogni personaggio, suono e rumore, inquadra e rende reale ogni ambiente.

    Audio Lettura di tutto il capitolo pagine 169 a 204

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    1 hr and 49 mins
  • Capitolo 6 - Verso Nuoro
    Sep 26 2021

    Continuiamo a viaggiare assieme a Lawrence e alla moglie Frieda, l'ape regina come la chiama lo scrittore; si parte con la corriera da Sòrgono per raggiungere Nuoro, per altre 31 pagine di diario.

    Il capitolo inizia con una meravigliosa ode alle nostre strade italiane (con un appunto già nel 1921 alla manutenzione del fondo), alla comodità delle corriere e alle capacità di guida degli autisti, ma anche alle strade ferrate.

    Continua col racconto del viaggio in corriera, con la solita dovizia di particolari dentro e fuori la stessa, fino a raggiungere la prima tappa nel paese di Tonara, in cui si imbattono in una processione per la festa di Sant'Antonio da Padova, dove Lawrence sfoga tutta la sua curiosità e narrazione dei vestiti tipici di cui il borgo è famoso ancora oggi.

    Il viaggio continua con varie fermate in altri paesi, e più ci si avvicina a Nuoro, più i paesi diventano civilizzati; inoltre, Lawrence nota che ci sia differenza tra la solarità dei luoghi arroccati, posti in alto e l'ombra di quelli in valle, posizione che si riflette anche sull'indole degli abitanti.

    Arrivato a Gavoi, la tappa di metà percorso, ha subito una tale buona impressione che ben lo dispone in tutti i rapporti umani, tanto che durante il pranzo presso il ristorante locale ha parole di apprezzamento nei confronti dei commensali, apprezzandone la buona educazione nella semplicità, fino ad arrivare a dichiarare «Io li trovai quasi le uniche persone bene educate che avessi incontrato» aggiungendo «nei nostri amici della corriera, alberga ancora la famosa ospitalità e generosità Sarda».

    Bella le sue considerazioni sulla nascita del genius loci e dell'identità territoriale materiale e immateriale italiana e la dichiarazione d'amore per l'Italia e delle motivazioni che muovono i viaggiatori del Grand Tour.

    Ma il viaggio continua perché la tappa finale è Nuoro.

    Tra gli altri incontri fatti sulla corriera, un gustoso racconto narrato con una punta di malizia è quello dedicato a una giovane sposina con marito geloso, in cui si intravede la vena narrativa dell'autore del futuro romanzo de "l'amante di Lady Chatterley"

    I nostri due viaggiatori arrivano finalmente - come dice Lawrence spossato dal viaggio - a Nuoro, in pieno carnevale, il che lo appassiona soddisfacendo la sua curiosità per i costumi.

    Ovunque vada Lawrence ha da lamentarsi degli alberghi, ma ancor di più del cibo, e anche a Nuoro, sebbene l'albergo sia appena sopra la media, il cibo è scarso e criticabile.

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    1 hr and 41 mins

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